La giostra del piacere by Schmitt Eric-Emmanuel

La giostra del piacere by Schmitt Eric-Emmanuel

autore:Schmitt, Eric-Emmanuel [Schmitt, Eric-Emmanuel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2013-11-12T23:00:00+00:00


Impiegò quattro ore a buttare ciò che Dany aveva distrutto e mettere a posto ciò che era scampato al massacro. Più cancellava le tracce della violenza, meglio si sentiva. Aveva rinunciato a capire l’origine della crisi. Uno psicopatico: ecco cos’era Dany. Psicopatico equivaleva a dire “infrequentabile, da proscrivere”, e significava anche “inutile analizzare qualcosa che va oltre il senso comune”. Dany andava a raggiungere mostri come Hitler, Gengis Khan, Stalin e Mehdi Martin, il serial killer difeso dall’avvocato Davon. C’era poco da stupirsi: se non si capiscono tra matti!...

La sua storia con Dany finiva lì. Meglio così, stava cominciando a esserne stufa... Certo, scopare con foga per ore in diciottomila posizioni diverse era gradevole, tuttavia la ripetizione stancava. Tra l’altro avevano talmente esagerato che si era beccata due vaginiti. Della prima era andata fiera, come se l’avessero decorata sul campo di battaglia: l’infiammazione delle mucose rappresentava un trofeo, la dimostrazione che si era battuta valorosamente sul campo dell’amore. Sennonché nei giorni successivi la doverosa astinenza aveva complicato loro la vita, perché sia Dany che lei tendevano a dirsi cattiverie se non erano intrecciati l’uno nell’altra. Così la seconda vaginite l’aveva spinta a improvvisare un prudente viaggetto dalla madre. Mentre aspirava le schegge di vetro tra le tavole del parquet si rese conto di aver messo la propria salute in pericolo. Quanto ai club di scambisti, l’avevano divertita per un po’. D’altronde era il suo problema da sempre: esauriva in fretta la conoscenza degli esseri e delle attività.

Il rumore della serratura la colse di sorpresa. Un’ombra scivolò in corridoio. Vedendo apparire Dany, Faustina si irrigidì.

«Scusa» mormorò.

Lei non reagì.

«Scusami, Faustina. La mia rabbia non era destinata a te, hai pagato per gli altri».

«Quali altri?».

«Quelli che in me vedono soltanto un meticcio».

Il silenzio che seguì apportò una pace precaria. Faustina sentiva che Dany era sincero: soffriva, si vergognava.

Si chiese se anche lei soffrisse e capì che era soprattutto seccata di aver passato quattro ore a pulire.

«Ti prego, Faustina, perdonami. Ti ricompro tutto quello che ho rotto, anche di più. Per piacere...».

Lei gli osservò le labbra rosa e carnose, i lineamenti raffinati, la pelle compatta, l’occhio incredibilmente bianco. Sentì montare dentro di sé un’ondata potente che scambiò per perdono e che probabilmente conteneva desiderio. Allargò le braccia, e Dany vi si andò subito a rifugiare.

“Basta che non si metta a piangere. Odio gli uomini che frignano”.

Le uscì una risatina: le abili dita di Dany stavano già cercando di toglierle la gonna.



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